sabato, settembre 11, 2010

Sei uno Psigologo quando..


Dici che studi Psicologia e qualcuno ti risponde, con aria di sufficienza "Voi a Psicologia non dovete studiare molto, vi danno tutti 30 ...."

Ti dicono che gli studenti di Psicologia non sono portati x la matematica e le altre materie scientifiche.

La tua professoressa di Biologia dà la sufficienza a chi proviene dal liceo scientifico e non agli altri, perchè non hanno le basi.

Al primo anno di corso hai già deciso se essere di orientamento psicodinamico o cognitivista.

Per avvalorare le tue tesi senti il bisogno di tirare in ballo Freud, che nella sua teoria aveva già previsto tutto il conoscibile, anche se con i mezzi dell'epoca.

Hai scelto la facoltà di Psicologia per trovare la ragazza, pensando che in mancanza d'altro tutte cadano ai tuoi piedi.

I tuoi ti chiedono " Ma dopo i cinque anni dovrai studiare ancora?"

Non trovi lavoro e ti senti dire " Ma come ??? Oggi gli psicologi sono richiesti ovunque e tutti hanno bisogno di farsi aiutare!!" E intanto pensi che proprio chi ti sta dicendo queste cose avrebbe un disperato bisogno dello psicologo, ti rompe le palle ogni due per tre con i suoi problemi, ma è il primo a non andarci.

Tutta la tua famiglia i tuoi parenti, amici e conoscenti ti dicono: " Muoviti a laurearti, che appena finisci noi saremo i tuoi primi clienti" ma quando finisci pensi: " Dove sono finiti tutti questi clienti?"


Ti senti disorientato e senza prospettive ma non lo confidi a nessuno perché figurati, gli altri cosa vuoi che ne capiscano senza il giusto approccio.

Quando vai ad un colloquio di lavoro, sempre se ci arrivi, ti dicono " Mi spiace lei è troppo specializzato " ...
Oppure "Cercavamo personale con esperienze in contabilità aziendale"

Dopo anni di studi ti ritrovi ad essere soppiantato da un novello "Counselor" "Couch" o altre cose strane..

Ti sei laureata in 5 anni, più uno fuori corso, più il tirocinio.. e una tua amica ti chiede " Perchè non fai anche tu il corso per OSS, Operatore Socio Sanitario, che ti dà più possibilità lavorative?"
Perchè devo studiare ancora per poter aspirare almeno a pulire il c.. di un degente in ospedale? .. Però poi pensi che forse non ha tutti i torti..

Dopo la laurea, un tirocinio gratuito di un anno, master e corsi vari ti chiedi, non se riuscirai a trovare un lavoro nel tuo campo, ma un lavoro in generale.

I parenti ti dicono " Bepi è stato più bravo, ha finito la scuola prima, lavora già.." Certo, si è fermato all'attestato della scuola professionale!

Appena dici ad alta voce che fai Psicologia tutti ti rispondono: PURE IO VOLEVO FARLA!


C'è stato qualcuno che ti ha detto "Cos’è che studi? Pissicologia..?"

Il 90% delle domande che ti fanno cominciano con " Tu che sei psicologa"

La prima sera ke esci con un ragazzo ti dice " Beh, sei psicologa... secondo te, che tipo sono?" E la prima cosa che ti viene da pensare è " Mica ho la sfera di cristallo! " .. oppure "un coglione"

La persona che hai di fronte, sta facendo o dicendo le cose più insignificanti e ti chiede " E questo che vuol dire?"

Leggi un appunto e chiedi " L'hai scritto tu?" E il tipo ti risponde " Perchè??? Mi stai analizzando la calligrafia???" :/

C'è sempre qualcuno che vuole fare il caso clinico da studiare...

Quando conosci qualcuno e dici di essere psicologo ti dicono: " Allora quando parlo con te devo stare attento a quello che dico... "

Ti chiedono " Ma scusa, tu che sei una dottoressa, mi puoi dare un consiglio su questo problema di salute?" E tu devi spiegare che sei dottoressa ma non medico..

Uno sconosciuto ti racconta tutti i cavoli suoi, compresi tutti i sogni che fatto nella sua vita, e tu sei lì che pensi: MA A ME CHE CAZZO ME NE FREGA!!!!

Ti sei iscritto col dubbio di essere pazzo e poi hai scoperto che eri il piu’ normale tra i tuoi colleghi...

Ti hanno detto e ridetto che non si studia Psicologia per risolvere i propri problemi, ma poi ti sei guardato intorno e ti sei chiesto perchè allora ci sono così tanti psicologi fuori di testa.

Dopo aver fatto Psicopatologia Generale ti sembrano tutti matti e poi realizzi che il matto sei tu..
 
Leggendo il manuale di Psicologia Clinica pensi di avere i sintomi di tutte le malattie, e per ogni disturbo trovi almeno un amico che ne soffre...

Puntualmente una discussione termina con la seguente frase: " E che ne so io, la psicologa sei te!"


Quando ti sfoghi con qualcuno perchè ti senti giù, ti dicono " Eh si che sei anche psicologa, dovresti capirle certe cose!"

Quando dai pareri "scomodi" ti dicono che non capisci un cazzo!

Sei uno psicologo felice quando dopo anni di studi, introspezioni e sofferenze atroci hai finalmente imparato ad affrontare i problemi della vita con due semplici parole: ’STI CAZZI.


3 commenti:

Giorgio ha detto...

Ciao, sono di nuovo io (il docente precario delle "doti lavoro"). Curiosavo nel blog e mi sono imbattuto in questo tuo simpatico resoconto : che stress esser psicologi. In effetti i luoghi comuni attorno a questa professione si sprecano. Riguardo poi il discorso "lavoro" (come reperirlo intendo)..eh, bel quesito ! O riesci a piazzarti in qualche Ente/Istituzione/Centro (lo spero vivamente) oppure credo che la libera professione sia una strada obbligata.
Fosse per me andrei a fare anche il panettiere per un contratto a tempo indeterm. + 13esima...

Grazie a te per la risposta sul mio primo commento.
Ciao Pilla (cerchiamo di sopravvivere almeno..!). Giorgio

Pilla ha detto...

La libera professione la vedo molto distante.. perchè dovrei investire ulteriori anni di studio per poter aprire un ambulatorio e per il momento non penso ci siano molte prospettive anche in questo ambito. Dove troverei abbastanza pazienti per mantenermi? Ci sono fin troppi psicologi in Italia. Inoltre è già difficile per i neolaureati trovare posto nel sociale, figuriamoci quando inizi a vivacchiare con altre attività.. in certi posti trovano lavoro i conoscenti..

Giorgio ha detto...

Ora non so ma la facoltà di psic. di Padova fino a qualche anno fa era intasata di iscrizioni.
Alla fine si è creato un surplus. ..Riciclarsi in un'attività diversa non è facile vista la sproporzione tra offerta e domanda nella maggior parte dei settori. Paradossalmente è una bella rivincita per tutti quei mestieri ove conta la manualità e la pratica (un mio vecchio amico calzolaio sin dall'età di 14 anni non ha mai lavorato tanto come in questi ultimi tempi). Certo la demotivazione e la stanchezza incidono molto sulla ricerca di opportunità. Il pericolo -almeno per me- è quello di cristallizzarsi in lavori "accessori" e mal pagati che ti tengono in vita ma ti precludono un futuro. L'attività di formatore si può considerarla appunto un "lavoretto", certo poi esistono le "star" a p.iva da 1000 euro al giorno ma sono solo perle isolate in un secchio di cacca precaria.
Credo che alla fine titoli accademici e non si possono pure dimenticare in un cassetto se non ci permettono di costruire un futuro. Ok la cultura e tutte queste belle utopie ma la realtà è un altra cosa, specialmente per chi non può vantare uno zio vescovo, il babbo professionista di successo o la mamma dirigente nel settore pubblico...
Giorgio