lunedì, febbraio 25, 2008

Un lavoro...


A costo di essere ripetitiva mi ritrovo disoccupata di nuovo, da circa un mese..
Basta, questa volta niente call-center!!! Prima di riaccettare proposte di questo tipo mi dò un altro mese di tempo..
Iscritta a non so quanti siti di agenzie interinali, di persona a 2.. e niente. Intanto compili il modulo, poi vediamo se ti chiamano! Anke x mansioni senza pretese mettono non so quanti requisiti imprescindibili.. x cose ke invece potresti benissimo imparare con la pratica.. Uno si mette in testa un sacco di insicurezze.. e poi vogliono gente ambiziosa, sicura di sè, con le idee chiare... !!! Ke 2 palle.. come si fa ad essere motivati quando ti basterebbe avere un lavoro decente? E i consigli x un colloquio vincente? Mettiti così, poniti colà.. poi invece l'esaminatore ti elimina xkè gli gira. Boh..

Questo post lo dedico a tutte quelle ragazze ke si sono pentite di aver fatto psicologia.. Ok, è anke colpa mia.. quando ho deciso di frequentare l'università x me non contava la possibilità reale di un lavoro quanto l'interesse x l'argomento e la convinzione ke la laurea dovesse arricchire più la mente ke le taske dei futuri dottori..
Ora non dico ke farei economia e commercio.. oltre un certo livello non si può forzare troppo le proprie inclinazioni, ma forse opterei x una via di mezzo, qualcosa di più professionalizzante...
Xkè dopo 20 anni di scuola.. e 1-2 anni di fuori corso hehe.. ci ritroviamo a essere presi grazie al diploma di maturità... ma a gareggiare con i neo diplomati.
La laurea non vale un tubo. Ke anke x un misero call center cercano "laureate", salvo poi essere poco considerate da tutti parenti e amici xkè c'è il pregiudizio ke sia un lavoro di serie F, anke se a volte tra una telefonata e l'altra ti ritrovi a fare le cose di altri tipi di impiegati..

E poi ci sarebbe la mia disillusione x il mondo degli psicologi: ke sembrano sempre più accomunarsi al gruppo senza spessore dei tuttologi in Tv.. e cioè capaci di elaborare banalità, commettere grossi errori di sensibilità nelle relazioni interpersonali, farsi fuorviare dalle teorie prive di razionalità e valenza empirica..